Intervista a GIULIO SCARPATI

Interpreta Anton Cechov attraverso le sue lettere d’amore a Olga Knipper. Giulio Scarpati è il protagonista di Una storia d’amore, con Lorenza Indovina e la regia di Nora Venturini, al Bellini di Napoli. Nel carteggio compaiono alcuni personaggi delle sue opere. “E’ un’occasione per far emergere il momento dell’ideazione da parte dell’autore, come egli estrapolava dalla propria vita situazioni ed emozioni e le inseriva nelle commedie. C’era in lui un rapporto sempre aperto tra vita e creazione.” Che cosa ne pensa? “Cechov mi affascina e mi ha conquistato, come uomo e come artista. È stato creatore di grandi storie e ha dimostrato una sensibilità non comune. In lui, da buon russo, si alternano malinconia ed euforia, in più dimostra di possedere una grande dose di ironia e una capacità di prendere la vita con leggerezza, lui che sapeva di aver vita breve”. Si tratta di un lavoro biografico? “No. E’ soprattutto una storia d’amore, tra un uomo che soffriva ma amava infinitamente la vita, e una giovane donna che gli permetteva di viverla con gioia. E’ autore di grande modernità, lo ha dimostrato proprio nel rapporto con Olga e del rispetto che aveva per lei e il suo lavoro, senza pretendere mai niente. Ma è anche la costruzione della loro passione, i primi momenti del coinvolgimento. Tutto inserito nella cornice dell’amore per il teatro e della vita degli attori.” Un modo diverso di rappresentarlo. “Sì, nella sua scrittura c’è la convivenza di tutti i sentimenti. Non era solo drammatico. Il testo tradotto da Nora Venturini vuole essere soprattutto comunicativo. Parla di un tema alto, ma semplice qual è l’amore.” Si è mai pentito di aver lasciato la fortunata serie Un medico in famiglia? “No. Mi ha dato molte possibilità e popolarità e mi ha aperto altre strade, ma un attore ha il diritto-dovere di sperimentarsi, sempre, anche in generi diversi, se ci si fossilizza non si fanno passi avanti. Come diceva Cechov se non si rischia non si cresce. Oggi la televisione sta andando un po’ troppo nel disimpegno, voglio ragionarci su.” Che cosa pensa del pubblico napoletano? “E’ particolare. Fa sentire che il teatro gli appartiene. È per me una sfida ulteriore poter esprimere questa comune passione. Al Bellini vengo per la prima volta e mi auguro che la sua storica cornice contribuisca al magico racconto della storica passione tra Anton e Olga.”

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